Caratteristiche di un alimentatore

Caratteristiche di un alimentatore

PREMESSA


L’alimentatore (PSU) è quel componente fondamentale in un computer che fornisce la giusta intensità di corrente a tutti i componenti.

Spesso è un elemento sottovalutato, talvolta reputato come un elemento secondario rispetto al processore o alla scheda video, eppure senza di esso l’hardware non avrebbe motivo di esistere non essendo alimentato dalla corrente che eroga.

La scelta di un PSU di qualità e adatto alle proprie esigenze è fondamentale per avere una postazione pc affidabile, ma anche efficiente in termini di risparmio energetico, di dimensioni e di temperatura interna.


L’ALIMENTATORE​


L’alimentatore (o PSU, Power Supply Unit) è il componente che si occupa di distribuire la corrente elettrica a tutto l’hardware presente in un computer.

Ogni componente richiede una certa quantità di energia elettrica diversa da un altro;
ad esempio un banco RAM può richiedere molti meno Watt (unità di misura della potenza) rispetto ad una scheda video.

Un alimentatore di buona fattura dunque sa quanta elettricità fornire ai vari componenti.

Tra le caratteristiche di un PSU ritroviamo anche la stabilizzazione della corrente elettrica, ovvero la capacità di gestire la tensione variabile, ad esempio all’interno di uno stabile con un vecchio impianto elettrico o un’area soggetta a rischio fulmini.

Non è raro infatti trovarsi di fronte a PC letteralmente “bruciati” a seguito di un black-out:
in quel caso, l’alimentatore non è stato in grado di stabilizzare la tensione, bruciando così i componenti, talvolta anche in scala.

Il PSU poi dev’essere in grado di riconoscere un cortocircuito e, all’occorrenza, arrestarsi onde evitare inconvenienti, così come riconoscere sovraccarichi o surriscaldamenti.


CARATTERISTICHE DI UN ALIMENTATORE


Capacità / Potenza


Spesso la scelta di un alimentatore ricade sul carico massimo che l’alimentatore può supportare per dare energia, chiamato capacità o potenza.

Tale parametro è espresso in Watt (unità di misura della potenza) e indica la potenza massima che l’alimentatore riesce ad erogare.

Per sapere quanti Watt sono necessari per alimentare la nuova build (o un PC vecchio con alimentatore fuso) è possibile fare affidamento ai Power Supply Calculator presenti online.

N.B: tieni presente che questi siti tendono ad utilizzare solo i dati teorici e in condizioni ideali, quindi tieni sempre un buon margine (diciamo intorno al 10%) di quanto hai effettivamente bisogno.

Ad esempio: 450W richiesti = 500W/550W PSU

Non è una regola, ma è sempre bene avere spazio di manovra, soprattutto in vista di un upgrade del pc.


Consumi in Standby​


Anche da spento il PC continua a consumare energia:

qualora lo volessimo spegnere definitivamente, bisognerà switchare il tasto I/O posto sul retro dell’alimentatore o staccarlo dalla corrente.

Questa azione è altamente sconsigliata per molteplici fattori, fra i tanti l’assorbimento che ha la scheda madre, per evitare sbalzi di corrente ogni volta ottiene la stessa, staccandola di continuo dalla rete elettrica.

Nel caso in cui pensate di uscire per molto tempo da casa, ad esempio una vacanza, allora in quel caso è bene staccare il pc.

L’energia consumata da un alimentatore in standby è chiamata Vampire Power e viene quasi interamente assorbita dal circuito +5VSB, ideato per permettere alcuni features come l’accensione attraverso tastiera o mouse o il caricamento di un dispositivo tramite porta USB.


Modularità


Se sei alla ricerca di un alimentatore serio per la build perfetta dovrai assolutamente scegliere un alimentatore semi modulare o full modulare.

In questo modo potrai collegare i cavi di cui hai bisogno all’alimentatore, senza lasciare il famoso malloppo di cavi penzolante o malamente nascosti nel retro del case, o peggio appesi al centro della scheda madre, rovinando così l’airflow.

In alternativa potresti voler prendere un alimentatore semi-modulare:

questi ha già preinstallati i cavi fondamentali per l’alimentazione, solitamente quelli dedicati al collegamento con la scheda madre (24 pin).

Sia in un PSU modulare che semi-modulare è possibile aggiungere connettori aggiuntivi, anche acquistabili in secondo tempo.

La scelta di un alimentatore non-modulare è per chi è alla ricerca di un alimentatore economico o per chi ha problemi a stockare i cavi o più semplicemente è un po’ disorganizzato e preferisce tutti i cavi già lì, conscio dei contro appena spiegati.

La scelta di un alimentatore non modulare, semi modulare o modulare non inficia sulla qualità costruttiva di quest’ultimo, bensì influisce sul cable management.


Form Factory​


I case (o cabinet) vengono venduti secondo uno standard di form factory:

in sostanza sono stabilite le dimensioni che occuperanno una volta assemblati.

La scelta di un case influenzerà anche le dimensioni di un cabinet, ergo consigliamo di effettuare l’acquisto una volta scelta la dimensione che la build acquisirà.


I tre formati più comuni sono:

  • ATX PS/2: è la dimensione standard degli alimentatori.
    Le dimensioni sono di 150 x 86 x 140 mm (H x L x P);
    alcuni PSU possono essere anche più profondi, fino a 160mm.

  • ATX PS/3: è leggermente più piccola della precedente.
    Le dimensioni sono di 150 x 86 x100 mm (H x L x P);
    profondità massima di 140mm. Gli attacchi sono compatibili con il formato ATX PS/2.

  • SFX: questo è un form factor per computer compatti (i barebone);
    dimensioni di circa 125 x 51 x 100 mm.
    Gli attacchi sono compatibili con ATX PS/2, previo uso di supporti dedicati.

80PLUS certificazione sul rendimento energetico


​Da una decina d’anni a questa parte è sempre più rilevante per un acquirente la presenza della certificazione 80 PLUS.

Questo “bollino” viene applicato dalla casa costruttrice e fa riferimento ad uno standard (80 PLUS, appunto) che stabilisce l’efficienza energetica, che deve essere garantita sempre di un minimo dell’80% – su test di carico del 20%, 50% e ovviamente il 100%, rispetto ai valori nominali dichiarati.


L’EFFICIENZA


Immaginiamo di avere un alimentatore in grado di erogare 300W ma che in realtà assorbe 375W dalla presa della corrente.

L’efficienza si misura dividendo l’assorbimento all’erogazione, dunque 300W/375W = 0.8, dunque 80%.

Il restante 0.2 o 20% o ancora 75W, altro non è che calore prodotto dal PSU e non utilizzato ai fini dell’alimentazione,
tale calore dovrà quindi essere espulso dalla ventola di raffreddamento del PSU, che dunque dovrà consumare più energia e causare anche più rumore.

Minore è la perdita rispetto al valore nominale, maggiore sarà il “riconoscimento” che viene affidato attraverso il famoso bollino 80PLUS:

questo parte da 80PLUS Bronze (il minimo) fino a 80PLUS Titanium (il massimo).

Esistono 5 livelli, più un sesto (il bianco) ormai in disuso.

Com’è possibile intendere, maggiore è la certificazione maggiore sarà il prezzo, ma anche l’affidabilità del psu.
Volendo dare un significato alle certificazioni si può dire che:


  • 80PLUS Bronze: si consiglia per build pensate per l’uso generico del pc, come navigazione internet e piccole operazioni d’ufficio o scuola.

  • 80PLUS Silver: si consiglia per PC pensati per le attività quotidiane o ufficio, che di tanto in tanto possono richiedere qualche elaborazione più pesante.

  • 80PLUS Gold: si consiglia per PC pensati per il gaming, editing o macchine ad uso semi-professionale.

  • 80PLUS Platinum: si consiglia per PC esclusivamente legati al mondo dell’efficienza, costretti a lavorare intere notti su render pesanti, workstation etc.

  • 80PLUS Titanium: si consiglia per Server, cluster etc.

AFFIDABILITA’ DELLA LA CERTIFICAZIONE 80PLUS


Come detto, 80PLUS è un’autocertificazione e come tale, non si può garantire la realtà di quanto dichiarato.

Esistono infatti casi di certificazioni 80PLUS fasulle, quindi se vuoi andare sul sicuro ti consiglio di documentarti presso la lista ufficiale dei PSU con certificazione 80PLUS.


Ma, aldilà della veridicità delle certificazioni applicate, ci sono diversi limiti sulla 80PLUS:

  • Il numero delle misurazioni è troppo basso per stabilire una classificazione.
  • La temperatura ambientale è di 23°C, con un errore di 5°C.
  • Per richiedere una certificazione stabilita si deve inviare il PSU.
  • Non viene presa in considerazione l’efficienza della linea +5VSB (PC in standby).
  • Su un PSU di tipo OEM la certificazione può valere soltanto per il campione “Golden” per poi essere riadattato.

E dunque una certificazione 80PLUS, a differenza di ciò che si dice, non è sempre sinonimo di garanzia e qualità.

In caso di dubbi ti consiglio di approfondire le ricerche riguardo un alimentatore rispetto ad un altro, ancor prima di acquistarlo, in modo tale da non rischiare di essere soggiogati da produttori scorretti, che emettono l’autocertificazione mentendo.



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