La storia di Windows

La storia di Windows

Un sistema operativo è un insieme di programmi che corredano l’elaboratore, gestendone le risorse hardware e software.

Controlla l’esecuzione dei lavori degli utenti e permette l’efficiente utilizzazione delle risorse dell’elaboratore.

Per risorse si intendono i dispositivi hardware e software che concorrono all’elaborazione dell’informazione.

Esso realizza una duplice funzionalità, ovvero costituisce un’interfaccia tra la macchina e l’utente (supporto per l’utente) e gestisce in modo ottimale le risorse del sistema (supporto per l’efficienza dell’elaboratore).

Una precisazione va fatta sui termini sistema operativo e software di base, che comunemente vengono usati come sinonimi, anche se esiste una certa differenza.

Il sistema operativo è l’insieme dei programmi necessari al funzionamento della macchina.

Invece il software di base rappresenta tutto il corredo di software di cui un computer può essere dotato, comprendendo in particolare il sistema operativo stesso.


Il padre dei sistemi operativi


Il Disk Operating System più diffuso è certamente MS-DOS della Microsoft.

Giusto ricordare anche il DR-DOS della Digital Research, (peraltro compatibile con l’MS-DOS) e il PC-DOS della IBM (su licenza della Microsoft).

L’MS-DOS è stato progettato e sviluppato per lavorare con i microprocessori (8088-8086) Intel montati dalla IBM sui primi personal computer agli inizi degli anni Ottanta.

Con il passare del tempo, questo sistema è diventato un grande standard di mercato, sia per l’interfaccia sia per la compatibilità hardware.

Dalla versione MS-DOS sono state commercializzate diverse altre versioni, l’ultima delle quali è la 7.0 implementata in Windows 95.

L’MS-DOS è nato ed è rimasto un sistema operativo monoutente, ovvero non è in grado di gestire autonomamente due computer collegati tra loro, con specifici software è però in grado di gestire la multiutenza (reti locali).

Il sistema operativo MS-DOS è compatibile con le piattaforme basate sui microprocessori Intel (famiglie 80×86 e Pentium) e sui microprocessori Intel compatibili fabbricati da altri produttori (AMD, Cyrix, IBM, ecc.).

I microprocessori a tecnologia RISC non supportano il DOS e quindi neanche i programmi sviluppati per esso, che costituiscono la maggioranza delle applicazioni sul mercato.


La nascita di UNIX negli anni successivi


Nasce come un sistema operativo multiutente e multitasking, in grado di gestire contemporaneamente diversi programmi.

Esistono differenti versioni di UNIX, ognuna con diverse caratteristiche a seconda del produttore, tuttavia sono nate varie associazioni con lo scopo di creare uno standard.

Unix è il sistema operativo più aperto e portatile tra quelli esistenti.

Semplicemente apportando alcune modifiche, è in grado di gestire piattaforme diverse (dal mainframe al PC), può essere utilizzato su computer basati su microprocessori con diverse tecnologie costruttive.

A parte alcune versioni, come lo AIX o l’A/UX, che possono essere eseguite solo su macchine IBM e APPLE, il UNIX può lavorare in computer di tutte le marche che montano microprocessori MIPS R3000, MIPS R4000, MOTOROLA 680×0, INTEL 80×86 e compatibili (AMD, Cyrix, IBM, ecc).

Tra le tante esistenti, le versioni del consorzio OSF (OSF1 e OSF2), della Digital (ULTRIX), della Novell (UNIXWARE) e del consorzio UI (USL SVR4).

Linux è la versione freeware più potente di UNIX, che è scaricabile gratuitamente da internet o acquistabile, a prezzo simbolico, su CD-ROM.

Fu realizzato a livello universitario, dotato di un proprio file system proprietario (Ext2fs), ma con ampio supporto per qualsiasi altro file system (UNIX, DOS, Windows 95, NT, OS/2) e per una vasta quantità di hardware.

L’interfaccia grafica si chiama x Window, per la quale esistono diverse alternative di desktop manager.

L’emulazione IBCS permette di eseguire qualsiasi applicativo per Solaris, SCO, UnixWare, Xenix e qualsiasi versione standard di UNIX.

È prevista l’emulazione per DOS e Windows, ma non mancano poi le applicazioni native, come un’apposita versione del Netscape Navigator per l’ambiente x Window.

Il sistema è costantemente aggiornato da sviluppatori delle più rinomate università del mondo.

Avendo un codice sorgente pubblico, e può costituire una valida soluzione che non ha niente da invidiare alle implementazioni commerciali di UNIX.


Altri cenni storici dei sistemi operativi


L’OS/2 è frutto di un’intesa tra MS e IBM, per le piattaforme basate sui processori INTEL e compatibili.

La prima versione risale al 1987 e fu il primo sistema operativo multitasking e multiutente.

Due anni più tardi uscì la versione 1.3, l’ultima sviluppata congiuntamente da IBM e Microsoft.

OS/2 era praticamente una scelta d’obbligo per coloro che, non volendo rivolgersi a UNIX, cercavano le prestazioni di un vero sistema operativo a 32 bit, anche su piattaforme Intel.

Con l’evoluzione dei microprocessori, che introducevano nuove funzioni e metodi di lavoro, si è reso necessario un sistema operativo multitasking (ma monoutente) che ne sfruttasse la potenzialità in continua espansione.

Nasce così l’OS/2 che può essere implementato con altro software per gestire la multiutenza.

Le versioni fino alle 2.0 non erano compatibili con i prodotti per MS-DOS:
questi non potevano essere letti ed eseguiti in ambiente OS/2.

La versione 2.0 permette invece di leggere ed eseguire programmi specifici per MS-DOS.

Nel frattempo si è rotto l’accordo tra MS e IBM e l’OS/2 è diventato proprietà di quest’ultima.

La versione successiva uscirà solo nella primavera del 1992, con modifiche radicali nell’interfaccia utente: OS/2 2.0.

Il Presentation Manager è un passo avanti rispetto al Program Manager (identico a quello di Windows) presente in OS/2 1.3.

Di fatti a seguire Windows 95 attinge diversi elementi dal Presentation Manager:
dal menu contestuale accessibile tramite il pulsante destro del mouse, all’impiego dei collegamenti per richiamare i vari documenti e programmi.

OS/2 non gode di una particolare diffusione, infatti tra gli aspetti che hanno inciso di più sullo scarso entusiasmo per il prodotto è soprattutto la carenza di tool di sviluppo.


Il vero inizio di Microsoft Windows


Il vero inizio di Windows
N.B: IN DATA ODIERNA MANCA NELL’ALLEGATO LA NASCITA DI WINDOWS 11 NELL’OTTOBRE 2021

Microsoft Windows è considerato un sistema operativo, ma in realtà è un ambiente operativo.

Infatti, funziona solo se nel computer è presente il DOS come sistema operativo, al quale si appoggia e fa chiamate per svolgere molte delle sue funzioni interne.

Si tratta di una specie di “guscio” intorno al DOS del quale ha bisogno per poter essere eseguito.

Rappresenta una semplificazione del modo di lavorare con quest’ultimo, essendo dotato di finestre che permettono all’utente di operare in un ambiente più intuitivo e piacevole.

Attraverso il mouse è possibile manipolare le risorse, astratte mediante icone, che rappresentano graficamente la loro funzione (che diventa così fortemente intuitiva).

Inoltre, Windows ha portato la possibilità di operare in multitasking anche su una piattaforma DOS.

Prodotto dalla Microsoft negli anni Ottanta, riuscirà ad imporsi sul mercato solo con la versione 3.1, dieci anni dopo.

La versione successiva alla 3.1 è Windows 3.11 for Workgroup, studiata per ottimizzare il lavoro di gruppo anche attraverso reti di computer.

Windows diventa così uno standard mondiale per computer con microprocessori Intel compatibili.


Windows 1.0 (1985)


La prima versione di Microsoft Windows, chiamata semplicemente 1.0, venne rilasciata nel 1985.

Inizialmente, Windows era poco più di un componente aggiuntivo dell’ambiente operativo per il DOS.

MS DOS Executive è stato un altro dei nomi caduti in disuso, ma descriveva più accuratamente l’aggiunta di un’interfaccia grafica user-friendly all’informatica.

Microsoft aveva lavorato sui primi computer Apple (prima dei Mac) per i loro accessori desktop e gran parte del look di Windows era stato preso in licenza da Apple.

Questa release ebbe tuttavia scarso successo, da imputare alla mancanza di numerose funzionalità ad oggi considerate essenziali.

Nonostante l’aggiunta di alcuni tool familiari come Calcolatrice, Calendario, Cardfile, Clipboard Viewer, Orologio, Pannello di controllo, Blocco note, Paint, Reversi, Terminale e Write (il predecessore di Word).

Le finestre non potevano essere sovrapposte, per cui si ricorreva al tiling per affiancarle.

Non c’era nemmeno il cestino, come invece era stato implementato nel sistema operativo Apple.

Quest’ultima infatti sosteneva di detenere i diritti esclusivi, tali ostacoli vennero in seguito arginati sottoscrivendo un contratto di licenza.

Windows 1.0 non forniva infatti un sistema operativo completo, ma era un’estensione di MS-DOS, completamente sprovvisto di interfaccia grafica.

Bill Gates e Paul Allen decisero dunque di donare a Windows 1.0 un’interfaccia intuitiva e basilare, completa di menu a discesa, barre di scorrimento, icone e finestre di dialogo.


Windows 2.0, 2.10, 2.11 (1987)


Windows 2.0 vide la luce nel dicembre del 1987.

Quest’ultimo offrì la possibilità di sovrapporre le finestre sullo schermo ed integrando inediti pulsanti di controllo nella barra del titolo.

A due anni di distanza, la seconda iterazione riguardava fondamentalmente miglioramenti alla gestione della memoria e all’interfaccia stessa, due delle aree più importanti di qualsiasi sistema operativo.

Windows 2.0 aprì ai programmi la memoria espansa che normalmente veniva conservata per l’esecuzione delle periferiche.

Questo significava una maggiore capacità di multitasking e iniziava ad assomigliare di più all’immagine reale, con Microsoft che insinuava le finestre sovrapposte nel design.

Il sistema introdusse nuove scorciatoie da tastiera e le ormai famose applicazioni Excel e Word.

La vera spinta fu però il rilascio del popolarissimo software di desktop publishing Aldus PageMaker (poi succeduto da Adobe InDesign) in una variante Windows.

Si trattava del primo importante software di terze parti disponibile sia per Windows che per Mac.

Molti storici considerano ciò il punto di svolta per Microsoft.

Con Windows 2.10 e Windows 2.11 si ebbe poi un deciso passo in avanti.

Le due edizioni minori veicolarono infatti una gestione della memoria nettamente più avanzata rispetto alla prima versione dell’OS.

Ciò permise agli utenti di portare a termine operazioni di maggiore complessità.

Si susseguirono nuove azioni legali da parte di Apple, che trascinò Microsoft in giudizio per violazione del diritto d’autore.

Secondo Apple, Windows 2.0 era a tutti gli effetti un plagio di MacOS.

Tuttavia la corte americana respinse le accuse, cosicché Apple non poté reclamare alcun diritto connesso alla generica idea di interfaccia grafica.


Windows 3.0, 3.1, 3.11 (1990)


Nel maggio del 1990 Microsoft lanciò sul mercato Windows 3.0, seguito nel 1992 da Windows 3.1, fu il primo successo di Microsoft in senso commerciale.

L’azienda aveva riscritto le operazioni più importanti in Assembly anziché in C, rendendole più leggere e più veloci.

L’introduzione della memoria virtuale e delle schede VGA significava una piattaforma più efficiente, più potente e con maggiore capacità grafica.

La memoria virtuale era in grado di ingannare le applicazioni facendo credere loro di utilizzare grandi blocchi di spazio di indirizzamento.

In realtà era frammentata e spesso si riversava sul disco di archiviazione invece di utilizzare solo la RAM.

In questo modo Windows poteva eseguire più programmi contemporaneamente, allo stesso tempo, il sistema era anche flessibile.

Se si voleva offrire alle applicazioni la protezione di essere eseguite in un unico blocco, si poteva assegnare automaticamente uno spazio specifico anche per questo.

Windows 3.0 propose una shell inedita, denominata Program Manager, contenente tutti i collegamenti ai programmi disponibili sul computer.

Windows 3.0 introdusse anche File Manager, che permise agli utenti di accedere rapidamente ai file presenti sul dispositivo.


I miglioramenti avvenuti in seguito


Nel 1991 sbarcò sul mercato una nuova variante del sistema operativo, chiamata Windows 3.0 with Multimedia Extensions 1.0.

La nuova declinazione dell’OS implementò le modifiche necessarie a supportare le prime schede audio.

Tuttavia le funzionalità erano alquanto limitate, rendendo di fatto impossibile eseguire due programmi che desiderassero utilizzare la risorsa contemporaneamente.

Windows 3.0 vendette 2 milioni di copie nei primi sei mesi, che salirono a 10 milioni nei 18 mesi successivi.

Windows 3.1 ed il successivo Windows 3.11, rilasciato nel 1993, costituirono la diretta evoluzione della declinazione multimediale di Windows 3.0.

Le nuove versioni del sistema operativo di Windows presentarono una miglior gestione dei caratteri, perfezionando ulteriormente la gestione della memoria e del disco fisso.

Il 3.1 fu rilasciato in reazione al sistema operativo OS/2 2.0 di IBM, che inizialmente era una joint venture con Microsoft.

Conteneva le stesse correzioni di bug e lo stesso supporto multimediale.

Quando uscì il 3.11, Microsoft si era assicurata di aver scongiurato la minaccia di IBM e Windows era diventato a 32 bit.

Nello stesso periodo, Microsoft ha aggiunto sempre più funzioni in stile Mac OS al proprio sistema operativo, fino a quando l’ex datore di lavoro ha citato in giudizio l’azienda con 189 accuse relative al “look and feel” Apple di Windows.

Di queste, 179 sono state respinte e le ultime 10 sono state considerate idee semplicemente non tutelabili da copyright.


Windows NT (1993)


Assieme a Windows 3.1, Microsoft sviluppò anche il primo sistema operativo a 32bit, denominato Windows NT.

Tale OS nacque per far fronte agli evidenti limiti hardware della versione 3.0/3.1, rappresentando un punto di svolta per le aziende ed i professionisti interessati all’acquisto di una macchina da lavoro.

Con Windows NT venne altresì introdotta la nuova API a 32 bit, pensata per sostituire la precedente API a 16 bit di Windows 3.1.

Questo sistema operativo introdusse inoltre l’efficiente ed affidabile file system NTFS, utilizzato ancora oggi.

Windows NT si rivelò infine la soluzione ideale per il mercato di server LAN, implementando opzioni di networking alquanto avanzate per l’epoca.


Successivamente furono introdotte altre versioni:


Windows 95 (1995)


Nell’agosto del 1995, Microsoft rilasciò sul mercato Windows 95.

Il sistema operativo sviluppato dalla compagnia di Redmond riuscì a vendere ben 7 milioni di copie nelle prime cinque settimane dal suo debutto, stabilendo un record.

Windows 95, chiamato in codice Chicago, era in grado di gestire sia applicazioni a 16 bit che i nascenti programmi a 32 bit, introducendo il menu Start, la Barra delle Applicazioni e trasformando il desktop nell’area operativa che oggi tutti utilizziamo.

Introdusse anche nel sistema operativo il multitasking pre-emptive, un modo per garantire che ogni applicazione ottenga una buona parte della CPU durante la sua esecuzione.

Ciò è possibile grazie a un meccanismo di interruzione che può sospendere le applicazioni già in esecuzione e ordinare le loro richieste di risorse energetiche.

A ogni programma a 32 bit è stato assegnato uno spazio di indirizzamento separato, il che significa che un programma difettoso non avrebbe fatto crollare l’intero sistema.

Grazie a questi due progressi, Windows era ora molto più stabile di prima.

La grande novità per l’utente fu il Plug and Play, che rese molto meno importante la precedente ricerca di driver e di CD-ROM con vari kit di periferiche.

Il sistema consentiva il rilevamento e l’installazione automatica dell’hardware con un numero di operazioni molto inferiore rispetto al passato sui PC.

I nomi dei file potevano essere lunghi fino a 250 caratteri e la RAM supportata da Windows 95 arrivava a 512 MB con un effetto virtuale di 2 GB.

Il DOS è stato quasi del tutto bypassato e ora viene utilizzato solo come dispositivo di avvio.

Fu anche il primo sistema operativo a presentare il Service Pack, ovvero un insieme di aggiornamenti distribuiti in un unico pacchetto e rilasciati nel corso degli anni.


Windows 98 (1998)


Windows 98 rappresentò la naturale evoluzione di Windows 95, includendo nuovi driver hardware e il supporto al file system FAT32, che permise di creare partizioni su disco maggiori di 2 GB, limite imposto dal predecessore.

Nonostante il miglior supporto per il file system FAT-32, i nuovi driver hardware e la possibilità di utilizzare partizioni del disco di dimensioni superiori a 2 GB, Windows 98 è stato pesantemente criticato per la sua lentezza e inaffidabilità rispetto alla versione precedente.

Notevole importanza acquisisce il supporto nativo ad Internet Explorer, browser proprietario che consentì all’utente di navigare liberamente sul web.

La maggior parte dei problemi fu risolta dalla seconda edizione (Windows 98 SE) un anno dopo, ma ci furono ulteriori controversie nell’interfaccia utente con l’integrazione di Internet Explorer nel design e in Windows Explorer.

Nel 1999 venne rilasciata una Second Edition del sistema operativo, che permise di condividere la connessione ad Internet.

Grazie a questa nuova opzione fu infatti possibile collegare diversi PC ad un’unica rete, proprio come una LAN.

La Second Edition garantì inoltre la piena compatibilità con i supporti DVD.

Alla fine si arrivò all’accusa di abuso di posizione da parte di Microsoft a scapito della concorrenza del browser in declino Netscape Navigator (il precursore di Mozilla Firefox).

In definitiva, il caso ebbe scarso effetto sul successo di entrambe le aziende e alla fine Windows 98 fu apprezzato dai consumatori di tutto il mondo.


Windows 2000


Windows 2000 fu lanciato sul mercato nel febbraio dello stesso anno, presentandosi come un sistema operativo dedicato all’utenza business.

L’OS fu proposto in varie edizioni, differenziate in base ai relativi utilizzi.

La versione destinata alle workstation prese dunque il nome di Professional, mentre le edizioni dedicate ai server furono denominate, rispettivamente, Server, Advanced Server e Datacenter Server.

Crebbe inoltre il supporto ai dispositivi hardware Plug and Play, in particolare device USB, IEEE 1394 e prodotti dedicati alla connettività in rete.

Microsoft provò infine a realizzare anche una versione domestica di Windows 2000, ma il progetto venne successivamente abbandonato in favore di Windows ME (Millennium Edition).


Windows ME (2000)


Pensato per l’uso domestico, Windows ME venne presentato nel 2000, offrendo importanti miglioramenti volti alla multimedialità e all’intrattenimento.

L’interfaccia grafica venne inoltre ottimizzata con colori più caldi e vivaci rispetto a quanto visto su Windows 98.

Windows ME (Millennium Edition) non ebbe un grande successo e fu considerato un fallimento.

Il sistema operativo di fine secolo è stato più che altro un ripiego, mentre si progettava di fondere la linea business di Windows, Windows NT, con la linea consumer (cosa che è avvenuta con Windows XP).

Essenzialmente, ME aveva lo stesso nucleo di Windows 98, ma adottava molte delle caratteristiche dell’ultimo arrivato nella gamma NT, il popolarissimo Windows 2000.

Aveva migliorato le funzionalità multimediali e Internet con l’introduzione di Windows Movie Maker e di Universal Plug and Play, che consentiva un approccio molto più fluido e automatico per la connessione dei dispositivi di rete.

Con Windows Movie Maker, Microsoft fornì agli utenti tutti gli strumenti atti a modificare, salvare e condividere i propri filmati, venne altresì aggiunta una versione migliorata del lettore multimediale Windows Media Player.

Non era più possibile avviare il sistema operativo in DOS ed era l’ultima versione a non includere il sistema di attivazione online del prodotto.

ME è stato criticato per la sua instabilità (purtroppo vera) ed è stato spesso indicato con acronimi alternativi come Mistake Edition.

Forse il suo unico momento di gloria fu l’introduzione del Ripristino del sistema, che esiste ancora oggi.

Infatti debuttarono lì il System Restore, tool per il ripristino dei file critici del sistema operativo, e System File Protection, meccanismo di tutela in tempo reale dei file di sistema.

Non mancarono infine il supporto agli aggiornamenti automatici, un nuovo gestore degli archivi .zip integrato nel sistema e la piena compatibilità con le periferiche USB.


Windows XP (2001)


Nell’ottobre del 2001, Microsoft lanciò sul mercato uno dei sistemi operativi più fortunati della serie: Windows XP, abbreviazione di eXPerience.

Windows XP è stata la migliore versione di Windows fino ad oggi ed è ancora ricordata con affetto da molti.

Con il nome in codice di Whistler, Windows XP è stato probabilmente la migliore versione di Windows di sempre, nonostante il suo aspetto discutibile.

Unificò i prodotti Windows di Microsoft per le aziende e per i consumatori, il che significa che la versione per i consumatori aveva una sicurezza e una stabilità migliori.

Fu aggiunto il nuovo approccio di un unico sistema operativo con diverse varianti, che è il motivo per cui abbiamo Windows XP Home Edition e Windows XP Professional.

L’enorme aggiornamento Service Pack 2 aggiunse un gran numero di nuove funzionalità e divenne il sistema operativo Windows più longevo, venduto dal 2001 al 2007 e fu supportato e aggiornato nel tempo grazie a 3 Service Pack, che introdussero significativi miglioramenti alla sicurezza del sistema.

Il nuovo OS della compagnia di Redmond introdusse numerose novità, tra cui un inedito e più colorato menu Start, programmi raggruppati nella barra delle applicazioni, un Windows Explorer ridisegnato e dotato di una barra laterale delle attività, una migliore capacità di gestire e presentare in anteprima i file grafici, spegnimento ed accensione più rapidi, nonché la possibilità di masterizzare CD dati senza programmi aggiuntivi.

L’avvento di Windows XP fu inoltre accompagnato dal supporto ai 64 bit, che permisero di ampliare la memoria RAM oltre i 4 GB dei sistemi a 32 bit.


Windows Server 2003


Nell’aprile del 2003 Microsoft rilasciò Windows Server 2003, sistema operativo che incorporò molte delle caratteristiche di Windows XP con un occhio di riguardo verso le componenti server.

Negli anni successivi Windows Server si è evoluto in altre diverse edizioni, destinate ovviamente all’utenza business:


Windows Vista (2006)


Rilasciato ufficialmente nel gennaio del 2007, Windows Vista presentò un’interfaccia grafica notevolmente migliorata rispetto al suo predecessore, complice un inedito motore di rendering per le finestre e nuovi programmi sviluppati direttamente da Microsoft.

Fece inoltre il suo debutto il .NET Framework 3.0, ambiente dedicato alla creazione, distribuzione ed esecuzione di tutti gli applicativi che supportano questa tecnologia, siano essi servizi web o programmi.

Fu altresì migliorato il protocollo TCP/IP, incrementando di conseguenza la sicurezza in rete ed abilitando il pieno supporto allo standard IPv6, accompagnato dall’ancora attuale IPv4.

Tuttavia, al lancio, Windows Vista fu compatibile con ben pochi software e hardware presenti sul mercato, generando un evidente malcontento tra gli utenti, tale problema fu poi arginato nel marzo del 2008, grazie all’uscita del Service Pack 1.

Rispetto a XP, però, Vista fu un fallimento diventando uno dei sistemi operativi più controversi di Microsoft.

Disponibile dapprima per le aziende, il software (nome in codice Longhorn) fu distribuito al pubblico all’inizio del 2007 con una nuova interfaccia utente, oggetto di critiche molto severe.

Oltre a introdurre l’aspetto di Windows Aero, con i suoi design più estetici (ma con i requisiti della scheda grafica più esigenti), Vista si concentrava anche sulla sicurezza, anche se il Controllo dell’account utente (User Account Control) irritava gli utenti.

Nonostante tutti i problemi, Vista superò comunque le vendite di XP nel suo primo mese, con 20 milioni di copie vendute.

Tuttavia, in un sondaggio condotto tra le aziende, solo l’8% si è dichiarato soddisfatto del prodotto rispetto al 41% che si era trovato bene con XP.

Fu riferito che molti utenti sono tornati a Windows XP, l’unico gruppo di persone soddisfatte fu quello dei videogiocatori con l’introduzione di DirectX 10, che offriva loro un divertimento grafico ancora migliore rispetto al passato.


Windows 7 (2009)


Windows 7 venne distribuito da Microsoft nell’ottobre del 2009.

Il sistema operativo, basato sullo stesso kernel di Vista, presentò una gestione della memoria migliorata, ampia compatibilità con i software e le componenti hardware dell’epoca, risultando altresì più stabile rispetto alla precedente release di Windows.

Il nuovo OS fu inoltre pensato per supportare al meglio i processori multi-core, migliorando i tempi di avvio del 35% rispetto a Vista.

Microsoft garantì poi la piena compatibilità con schede video di produttori diversi e con gli SSD, sistemi di archiviazione a stato solido.

Fu inoltre aggiunto il supporto ai tablet e agli schermi touch, grazie ad un’interfaccia appositamente progettata.

Venne infine introdotto il Gruppo Home, funzione che permette di condividere qualsiasi file tra computer connessi alla stessa rete ed ancora oggi ampiamente utilizzata.

Il nome in codice era sia Blackcomb che Vienna ed era disponibile sia in versione a 32 che a 64 bit.

Aveva un tempo di avvio significativamente più veloce, migliori opzioni di gestione dell’energia per gli utenti di notebook e disponeva anche di multi-touch.

Sistema così fluido, accattivante e funzionale da dare filo da torcere anche al suo successore ovvero Windows 8, odiato quanto Windows Vista, di conseguenza uno dei sistemi più longevi nella storia, oltre i continui aggiornamenti eseguiti anche da fonti esterne fino il 2021 per poi essere dismesso del tutto grazie a Windows 10 amato allo stesso modo.


Windows 8, 8.1 (2012)


Nell’ottobre del 2012 viene ufficialmente rilasciato Windows 8, sistema operativo completamente reinventato rispetto alla versione precedente.

Il nuovo OS di Microsoft abbandona infatti il tradizionale menu Start a favore di una schermata suddivisa in numerosi blocchi diversi tra loro, i quali permettono di accedere rapidamente alle impostazioni, al pannello di controllo o, ancora, alle numerose applicazioni native di Windows.

Fa inoltre il suo debutto l’innovativa funzionalità Windows To Go, che permette di avviare il sistema operativo da una memoria esterna, come chiavette USB o memorie flash.

Viene introdotto anche un nuovo sistema di gestione del ripristino di sistema, in grado di avviare un’immagine precedente dell’OS in modo semplice e immediato.

Esordisce inoltre il Windows Store, negozio virtuale dedito all’acquisto ed il download di nuovi programmi per il PC.

Assieme a Windows 8, Microsoft rilascia anche Windows RT, una versione dell’OS ottimizzata per tablet e notebook basati su architettura ARM, generalmente dotati di ampie batterie in grado di assicurare un’autonomia elevata.

Questo OS, ancora presente su numerose macchine portatili, esegue esclusivamente programmi di sistema e applicazioni scaricate dallo Store di Windows, integrando altresì una versione di Office ottimizzata per i dispositivi touchscreen.


I miglioramenti avvenuti in seguito


Nell’ottobre del 2013, Microsoft pubblica il primo major update di Windows 8, chiamato Windows 8.1.

L’aggiornamento migliora il menu Start, garantendo inoltre la piena compatibilità con le stampanti 3D e aggiungendo una nuova funzione di ricerca, integrata con Bing.

Non manca infine una versione aggiornata del browser Internet Explorer, arrivato alla versione 11.

Windows 8 è stato introdotto pochi anni dopo il rilascio di Windows 7 e dire che ha portato una serie di nuovi cambiamenti grafici e di interfaccia utente è un eufemismo.

Il problema è che non era così intuitivo e Microsoft ha fatto un pessimo lavoro nel comunicare i cambiamenti.

Questa nuova versione si è concentrata sui dispositivi touchscreen ed è stata progettata a tal fine con un nuovo sistema di interfaccia utente che ha lasciato molti confusi e frustrati.

Se oggi molti PC sono dotati di touchscreen, nel 2012 non era necessariamente così.

Anche le applicazioni hanno avuto un ruolo importante in questo sistema operativo e Microsoft ha voluto spingere Windows Store per scaricarle e per acquistare nuovo software.

Nonostante le lamentele per la confusione di Windows 8, a gennaio 2013 erano state vendute oltre 60 milioni di copie.


Windows 10 (2015)


Nel luglio del 2015 arriva sul mercato Windows 10, il colosso di Redmond ha prestato grande attenzione ai numerosi feedback ricevuti dagli utenti, reintegrando il classico tasto Start con l’aggiunta di un’interfaccia in stile Metro, che integra le applicazioni più usate e gli ultimi aggiornamenti riguardanti il meteo, i social network e l’attualità.

Questa versione di Windows era, all’epoca, un aggiornamento gratuito per tutti gli utenti di Windows 7, 8 e 8.1 e quindi una scelta sensata per quasi tutti.

Se Windows 8 poneva l’accento sull’esperienza dell’interfaccia tattile dei tablet, Windows 10 rimette al centro il desktop, anche se rimane una modalità tablet che può essere attivata automaticamente.

Windows 10 ha essenzialmente ripristinato il design collaudato del sistema operativo, dando al contempo nuova vita a un design fresco, pulito e moderno.

È stato inoltre introdotto il supporto per il login tramite impronte digitali e riconoscimento facciale, per un’esperienza di login molto più semplice su tablet e dispositivi mobili.

Con Windows 10, Microsoft ha cambiato anche il modo in cui il sistema operativo riceve gli aggiornamenti.

Le patch, i driver e altro ancora vengono scaricati e installati automaticamente senza che gli utenti debbano intervenire.

Grazie ai regolari aggiornamenti delle funzionalità, il sistema operativo è in costante miglioramento.

Attualmente riceve due aggiornamenti principali all’anno e quindi Microsoft non ha sentito la necessità di rilasciare una versione completamente nuova negli ultimi cinque anni.

Viene inoltre introdotta Cortana, assistente vocale che permette di impostare promemoria, effettuare ricerche su internet ed altro ancora.


I miglioramenti avvenuti in seguito


Windows 10 include poi un nuovo browser web chiamato Microsoft Edge.

Quest’ultimo sostituisce lo storico Internet Explorer, che viene successivamente dismesso, proponendosi come una versione reinventata e migliorata dello stesso su base Chromium, potenzialmente in grado di attirare un maggior numero di utenti rispetto al passato.

Presente inoltre un pratico Centro Notifiche, collocato nell’angolo destro dello schermo, che raggruppa tutte le notifiche di sistema in un unico elenco, eliminando così i popup presenti nelle vecchie versioni di Windows.

Nell’agosto del 2016 il colosso di Redmond rilascia un importante aggiornamento per Windows 10, chiamato Anniversary Update.

Quest’ultimo introduce Windows Ink, una pratica funzione che permette di prendere appunti e note da qualsiasi schermata, ed ha migliorato numerosi app e servizi, tra cui Cortana e Microsoft Edge.

L’11 aprile è stato infine rilasciato il Creators Update, aggiornamento che introduce nuove funzionalità dedicate al mondo dei creativi digitali.

Tra queste spiccano Paint 3D, versione riprogettata della storica applicazione per Windows che include ora il supporto al pennino e ai modelli 3D, e la Game Mode, innovativa modalità che promette di aumentare le prestazioni dei videogiochi.

Non mancano infine numerosi miglioramenti dedicati a Cortana e Microsoft Edge, nonché nuove funzionalità volte ad assicurare un maggior controllo sulla privacy e sugli aggiornamenti di Windows.

Nell’arco dei tanti anni trascorsi abbiamo visto come il tempo abbia fatto maturare in maniera costante e propositiva questo sistema, tanto amato dagli utenti e ancora in uso sulla maggior parte dei PC odierni.


Windows 11 (2021)


Windows 11 è stato lanciato nell’ottobre del 2021 con diversi cambiamenti, ma altrettante somiglianze a Windows 10.

Non tutti gli utenti hanno apprezzato questi cambiamenti e ancora oggi non sono entusiasti a distanza di circa 8 anni dall’uscita di Windows 10.

Al contrario l’utenza dei videogiocatori ha apprezzato le potenzialità del sistema in ambito gaming.

Microsoft afferma che è possibile installarlo solo su processori prodotti a partire dal 2016 / 2017 circa.

Per Intel si tratta di CPU di ottava generazione e successivi (oltre ad alcuni chip Celeron, Pentium e Atom).

I requisiti più severi sono dovuti alle misure di sicurezza di cui sono dotati i processori prodotti a partire da quella data.

Il supporto per un modulo TPM (Trusted Platform Module) è ufficialmente obbligatorio, anche se sembra che in futuro sia possibile installarlo su macchine più vecchie.

Microsoft lo sta attualmente testando su PC Intel Core di settima generazione, per esempio, anche se in molti sono riusciti a bypassare questa problematica.

Windows 11 presenta diverse modifiche all’interfaccia, tra cui un nuovo menu Start che assomiglia di più a un lanciatore di app, angoli più arrotondati, controlli snap che consentono di appuntare una finestra in un punto dello schermo (e gruppi snap), una nuova area e icona Widget nella barra delle applicazioni e una nuova esperienza di configurazione di Windows.

Particolarmente interessanti sono i gruppi di snap e i layout snap, che consentono di avere una maggiore flessibilità e scelta su come impostare lo schermo con più finestre.

Le finestre possono ora essere disposte in modi diversi, mentre Windows ricorderà i vostri layout in modo da potervi tornare facilmente in futuro.

Molte icone sono state aggiornate, tuttavia in termini di funzionalità, non si tratta di un salto enorme rispetto a Windows 10, ma piuttosto di un’iterazione.


I miglioramenti avvenuti in seguito


Il principale cambiamento di design è il nuovo menu Start.

Le icone della barra delle applicazioni sono ora centralizzate, mentre il menu Start mostra anche i file toccati più di recente.

La barra dei widget, che è possibile ridimensionare, sostituisce le live tiles del menu Start di Windows 10.

Consentendo in questo modo di visualizzare informazioni personalizzate come le notizie più importanti.

Da notare che oltre a mancare le Live Tiles, sostituite dalla barra laterale dei Widget, è stata tolta la modalità Tablet, la Timeline, Cortana e il vecchio Internet Explorer.

Sui tablet, le finestre a scomparsa cambiano orientamento se si passa da orizzontale a verticale.

Anche i bersagli tattili sono stati resi più grandi, in modo da facilitare l’uso del touch.

Le app Android potranno essere installate su Windows 11 tramite il Microsoft Store, che sarà a sua volta ridisegnato.

Le app provengono dall’Amazon Appstore, ma non è la vasta scelta che si può trovare su Google Play.

Tuttavia è possibile caricare in modalità sideload le app non supportate, se non si è disposti a smanettare un po’.

Microsoft Teams è integrato nel sistema operativo e sembra essere preferito a Skype, ufficialmente dimenticato.

Per i giochi, Windows 11 supporta l’Auto HDR di Xbox Series X, che aggiunge l’HDR ai giochi costruiti per DirectX 11 o successive.

Microsoft vuole posizionare Windows come piattaforma per altre cose più che mai, affermando che accoglierà qualsiasi tipo di app nel negozio, non solo quelle native.



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